Sartoria italiana, una tradizione che diventa professione
La sartoria italiana ha una lunga tradizione. La sua storia ha inizio nel 1575 quando papa Gregorio XIII istituì l’Università dei Sartori, fu poi chiusa nel 1801 e riaperta nel 1947. La sartoria, in Italia, rimase un punto fermo anche durante il dopoguerra. Ma fu durante il Regno d’Italia che la moda italiana divenne emblema di alta qualità, sebbene non ancora a carattere nazionale.
La sartoria italiana si afferma nel mondo
Per diventare un simbolo di eleganza e qualità in tutto il mondo, la moda italiana deve attendere gli anni cinquanta quando, precisamente nel 1951, una sfilata organizzata da Giovanni Battista Giorgini riscuote un successo internazionale. Da quel momento in poi la moda italiana si afferma in tutto il mondo.
Nasce così l’industria dell’abbigliamento, che coniuga la tradizione artigianale con l’industria moderna. In quegli anni nasce anche la figura dello stilista, così come oggi noi la conosciamo. L’etichetta del “Made in Italy” nasce solamente negli anni ’80, ma da allora indica una sartoria di eccellente manifattura, con materie prime di qualità e uno stile inconfondibile: quello italiano.
Dalla sarta di quartiere alla grande industria
Un punto di riferimento per tutti, anche durante gli anni delle guerre, era la sarta di quartiere. In ogni città o paese c’erano sempre esperte di taglio e cucito. Prima dell’avvento della grande distribuzione, infatti, erano le sarte ei sarti a confezionare abiti su misura. Il cliente andava nell’atelier, sceglieva il modello dalle riviste e i tessuti.
La sarta, o il sarto, realizzavano l’abito su misura. Di fatto si trattava di un manufatto unico, vuoi per la scelta dei tessuti, vuoi per le misure, ognuno aveva un qualcosa di unico. Con l’avvento delle grandi guerre diventava difficile l’approvvigionamento delle stoffe, quindi si iniziò a riciclare e modificare.
Le famiglie passavano gli abiti dei fratelli maggiori a quelli più piccoli, facendo apportare migliorie dalla sarta. Non solo, poiché non sempre si riusciva ad avere un abito nuovo, si trattavano con gran cura quelli già posseduti e si riparavano i piccoli danni, rattoppando e rammendando.
Col boom economico tutto cambia. Le grandi industrie tessili soppiantano la figura della sarta, producendo abiti standard di varie taglie a costi decisamente più economici, ma di fatto abbassandone la qualità. Siamo nell’era del consumismo. Se un abito si logora, no c’è più necessità di ripararlo, basta gettarlo e acquistarne, a poco prezzo, uno nuovo.
Una nuova coscienza e una nuova professione
Ma oggi le cose come stanno? Quando si sostiene che il tempo sia ciclico non è una sciocchezza. Infatti, oggi la figura del sarto è tornata alla ribalta. I recenti mutamenti economici, ma soprattutto la presa di coscienza dell’impatto che il consumismo ha avuto sul nostro pianeta, hanno portato a una responsabilizzazione delle masse.
Nasce il riciclo che non è una mera moda, ma piuttosto un sentimento etico che si sta diffondendo sempre più. La gente, oggi, preferisce dare nuova vita a vecchi capi, facendoli sistemare e riammodernare dalla sarta. Le sarte di quartiere, come una volta, hanno nuovamente una loro funzione.
Sono tantissime le persone che fano eseguire piccole riparazioni veloci ai propri capi. Può essere un orlo ai pantaloni, o un rimodellamento dell’abito perché magari si è dimagriti o ingrassati. Insomma, il sarto è nuovamente una figura di riferimento, una professione che, soprattutto in questo momento, è richiesta.
Nascono così le sartorie in franchising, una formula che dà sicurezza sia all’imprenditore che al cliente. Sos Sartoria Rapida è uno dei brand che si sta distinguendo maggiormente nel nostro paese per professionalità e prestigiose collaborazioni con brand di successo del settore dell’abbigliamento, anche a livello internazionale.
Si tratta di professionisti del cucito che trovano, grazie a questa formula, uno sbocco professionale, e che riescono a garantire alla clientela dei lavori di qualità in tempi rapidi, seguendo le esigenze dei nostri tempi.
Insomma, la sartoria italiana resta sempre un motivo di vanto, anche oggi che i tempi sono decisamente cambiati.