Conti correnti Danske bank: perché applica tassi negativi ad alcuni conti?
Le banche europee continuano a prendere provvedimenti riguardanti i conti correnti dei risparmiatori. La Danske Bank ha comunicato ai suoi clienti una variazione che sarà operativa dal 1 luglio prossimo e che si traduce nell’applicazione di tassi negativi ai conti che superano le 100mila corone, cifra che equivale a circa 13.000 euro. Un tetto che esisteva anche in precedenza ma che con questa operazione viene ulteriormente abbassato e sarà pari al -0,6% per i privati ad al -1% per quanto riguarda le imprese. Nello scorso mese di novembre si era già registrato un primo abbassamento con il calo da 1,5 milioni a 250mila corone danesi.
I tassi di interessi negativi
Mark Wraa-Hansen, il responsabile dei rapporti con la clientela di Danske Bank, ha dichiarato che la situazione attuale che causa delle notevoli spese a carico della banca non è sostenibile ed anche con dei tassi di interesse in calo i depositi continuano ad aumentare, creando un surplus considerevole. La mossa attuata dalla banca danese non è però piaciuta a Simon Kollerup, ministro del governo danese che si occupa della legislazione bancaria, che ha mostrato tutta la sua indignazione in un commento su Bloomberg. Simon Kollerup ha detto di essere preoccupato per questo giro di vite che le banche stanno mettendo in atto riguardo agli interessi negativi, in quanto i cittadini danesi si ritroveranno a dover pagare per avere i loro denari sul conto corrente.
Gli aumenti dei costi dei conti correnti bancari
A portare a questa mossa da parte di varie banche, con l’aumento dei costi che i risparmiatori devono sostenere, c’è senza dubbio la politica messa in atto dalla Bce, la Banca centrale europea, che aggiornato in senso negativo i tassi di interesse correnti per dare maggiore slancio alla circolazione di liquidità, in modo da favorire prestiti a favore di famiglie ed imprese, così da dare un maggiore slancio alla ripresa dell’economia dopo la pandemia mondiale da coronavirus. Con questa scelta i denari che gli istituti di credito non impiegano per prestiti a privati ed imprese, devono essere depositati presso la Banca Centrale europea, che propone un tasso di interesse del -0,50%. In questo modo, anche se le banche garantissero alla propria clientela dei mutui con tasso zero, si troverebbero a rimettere del denaro. Da questo nasce la politica degli istituti di credito di scaricare i costi che devono sostenere sui titolari dei conti correnti.
Le parole di Giuseppe Spadafora
Intervenendo su questo problema nella giornata di ieri, Giuseppe Spadafora, vicepresidente di Unimpresa, ha definito una aberrazione i tassi negativi applicati dalle banche italiane sui conti correnti, anche se finora questi tassi vengono applicati solamente su quelli che hanno un saldo superiore ai 100.000 euro. Una scelta che è ancor più aberrante, ha proseguito Spadafora, se inserita in una situazione molto difficile per le conseguenze economiche dell’epidemia di covid 19. In questo modo si scarica la “multa” che viene applicata dalla Banca centrale europea, quando le banche lasciano la liquidità in eccesso depositata presso la stessa Bce, sui clienti più facoltosi.
La scelta di FinecoBank
Alla metà del mese di marzo, Fineco Bank ha inviato una lettera a tutti i suoi correntisti nella quale venivano spiegate le nuove regola in vigore dal 18 maggio per quanto riguarda i conti correnti. A quella data i clienti che hanno a disposizione sul proprio conto una liquidità superiore ai 100mila euro e non hanno in corso dei finanziamenti o investimenti, potrebbero vedersi chiudere il conto da parte della banca senza nessuna possibilità di contraddittorio.
Le scelte adottate da alcune banche possono sembrare strane per la maggior parte dei correntisti, ma si trattano di scelte eseguite da aziende che vogliono e devono creare profitti dalle proprie operazioni. Profitti, che in alcuni casi possono venire azzerati se si presentano delle situazioni come quelle descritte poco sopra.