Covid Lanes di Legambiente: ecco la situazione delle piste ciclabili ai tempi del Covid

Covid Lanes di Legambiente: ecco la situazione delle piste ciclabili ai tempi del Covid

In questi mesi, soprattutto durante il lockdown, sono state tante le misure da parte del governo per incentivare l’uso di mezzi di trasporto alternativi a quelli pubblici. Oltre al bonus mobilità, in alcune città italiane sono stati aumentati i chilometri di piste ciclabili a disposizione dei cittadini.

In questo 2020 sono stati 200 i chilometri di piste ciclabili nate in più rispetto all’anno scorso. Il rapporto “Covid Lanes” di Legambiente mette la città di Milano al primo posto con 35 km di piste ciclabili, mentre al secondo posto c’è Genova con i suoi 30 km.

Il dato che però sorprende, fino a un certo punto, è il boom che ha avuto l’uso della bicicletta, indipendentemente dall’aumento dei percorsi a loro destinati.

A maggio si è registrato un incremento dell’81%, mentre a settembre e ottobre del 73%. In conseguenza anche le vendite delle biciclette sono aumentate nettamente, infatti sono state il 60% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Cosa andrebbe fatto secondo Legambiente

La realizzazione delle piste ciclabili, negli ultimi anni, è diventato molto facile.

Grazie a pochi interventi si possono realizzare molti chilometri di piste ciclabili. Questo è il caso delle piste ciclabili chiamate pop-up, realizzate dopo il lockdown in tutto il mondo, quando sono stati annunciati stando alle stime della European Cyclists Federation (ECF), oltre 2.300 km di nuovi tratti, e realizzati più di 1.000 km con oltre un miliardo di euro d’investimenti in tutta Europa.

Nel “Covid Lanes” di Legambiente si analizza solo il comportamento delle città italiane che hanno fatto molto, ma che potevano fare sicuramente di più.

“Servirebbe” – viene spiegato all’interno dello studio svolto – “un passo avanti, così come richiesto anche dai Piani urbani di mobilità sostenibile che prevedono 2.626 km di nuove piste ciclabili, da sommare ai 2.341 km già esistenti in 22 città italiane”.

Per Legambiente quello che andrebbe assolutamente fatto è “raddoppiare i chilometri ciclabili entro il 2025. Al Governo chiediamo d’inserire queste infrastrutture urbane nel Recovery plan, e investire un miliardo di euro in cinque anni”.

L’uso della bicicletta in aumento

Il sistema Eco-Counter ha realizzato, attraverso la sua rete di contatori di biciclette in tutto il mondo, uno studio che ha messo in relazione l’uso della bicicletta nel 2020 con quello dell’anno prima.

Nel settembre 2020, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, si è registrato un aumento dell’uso della bicicletta del 27,5% in Italia, del 25,3% in Portogallo, del 24,5% in Francia e del 20% nel Regno Unito e in Germania. Nel mese di ottobre 2020, in quasi tutti i Paesi presi in esame dal sistema Eco-Counter, il numero di biciclette era superiore a quello dello stesso periodo dell’anno precedente e la crescita più significativa è stata registrata in Italia (+48,4%).

L’analisi relativa, nello specifico, alla situazione italiana ha mostrato i picchi più significativi nei periodi di maggio (+81%) e nel bimestre settembre-ottobre (+73%).

Alcuni esempi degli interventi che sono stati realizzati nelle città italiane c’è, ad esempio, il caso di Arezzo dove c’è stato un aumento delle piste ciclabili di circa 3,5 km oltre al divieto alle auto di accedere al centro cittadino. A Bari è nata la ciclabile di 2,5 km in corso Vittorio Emanuele con l’obiettivo di favorire i piccoli spostamenti cittadini, mentre a Bologna il biciplan prevede la creazione di 15 km di piste ciclabili.

Altri incrementi si sono registrati a Cagliari (11 km) e a Firenze (9,6 km). Altri esempi ne abbiamo a Napoli, a Perugia, e a Roma (che nella classifica della scorsa estate di European Cyclist Federation risulta prima tra le città europee per progetti di percorsi ciclabili annunciati) con 150 km previsti dal Piano straordinario ma che però ne ha messi a segno complessivamente 15,71.

 

 

Bruno Milillo

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